domenica 13 marzo 2016

ACCADDE OGGI: Riapre la pinacoteca di Faenza

Il 13 Marzo del 2005, dopo anni di chiusura per ricostruzioni edili, guai tecnici e problemi di assetto, la Pinacoteca di Faenza fu finalmente riaperta al pubblico. 


E’ il più antico Museo di Faenza che venne aperto stabilmente nel 1879 nei locali dell’ex Convento dei Gesuiti, angolo in via s. Maria dell’Angelo.

Fu sistemata e ordinata da Federico Argnani, singolare figura di patriota ed artista.


Il primo nucleo della Galleria d'Arte Moderna si costituisce nel 1879, allorché F. Argnani si preoccupò di inserire nel percorso espositivo anche alcune opere di autori contemporanei. Nei decenni successivi - grazie ad acquisti e soprattutto a donazioni sempre più numerose - i fondi di pittura e scultura dell'800 e '900 sono cresciuti a tal punto da porre il problema di spazi espositivi adeguati. 

I fondi sono raggruppati per scuole e tendenze storico-stilistiche: Neoclassicismo e Purismo (F. Giani, M. Sangiorgi, T. Minardi, P. Piani, G. Landi); Romanticismo e Realismo (R. Liverani, M. D'Azeglio, V. Hugo, G. Fattori, A. Berti T. Dalpozzo ed altri comprimari di interesse locale). Di recente acquisizione alcuni dipinti di scuola francese dell'800, a cui si affiancano le due sculture di A. Rodin.
Di straordinario rilievo il fondo delle opere di Domenico Baccarini, il protagonista dell'intenso rinnovamento artistico dei primi anni del '900, e dei suoi amici e coetanei (il Cenacolo Baccarini), che ne prolungarono per più di mezzo secolo la lezione innovatrice. Oltre a questo nucleo sono presenti opere di maestri del '900 italiano (G. Morandi, A. Tosi, A. Martini, F. De Pisis) e di autori faentini e romagnoli.
Ricordiamo infine il Gabinetto Disegni e Stampe: già il nucleo iniziale della Pinacoteca, costituito dalla collezione di G. Zauli, comprendeva una consistente raccolta di stampe e disegni. Da allora fino ad oggi il fondo di grafica è aumentato fino a raggiungere dimensioni notevoli, quantificabili in circa 20.000 fogli. 


Sono presenti i nomi più alti dell'incisione europea, da A. Dürer fino ai contemporanei.


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